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Quando si parla di Valpolicella subito si pensa ad un grande vino: l’Amarone.

Ci tornano immediatamente alla mente i vigneti terrazzati di quella Valpolicella Classica dove un grande vino è nato quasi per errore.

Proprio così, per errore….  come ci racconta Gianpaolo Speri, che con la sua famiglia rappresenta una robusta tradizione di sette generazioni di viticultori in Valpolicella Classica.

L’Amarone è dunque il frutto di un errore ma nel contempo anche di un grande amore, nato dalla combinazione precisa di vitigni quali Corvina, Corvinone, Rondinella e per rispettare la tradizione Molinara, il vitigno forse più difficile della Valpolicella.

Passiamo ad assaggiare le proposte di Gianpaolo, partendo da un Valpolicella Classico Doc Superiore S. Urbano 2016, nato da uve raccolte in vigne vecchie, coltivate sulle colline di quella magica terra che è la Valpolicella, ad un’altezza di 350 metri.

Cosa dire di un vino così semplice, che ti colpisce subito per i profumi intensi, ottenuti anche grazie ad un affinamento in botti grandi di rovere francese per ben 24 mesi, di un colore rosso rubino spiccato, con aromi fruttati e speziati e decisamente sapidi, che sembra un sogno?

…..siamo solo all’inizio della degustazione!

Ecco che Gianpaolo ci racconta del suo Amarone, quell’Amarone di Speri che se non convince non viene prodotto: come accadde nel 2014, anno che probabilmente verrà ricordato, tra gli ultimi venti, per la maggior intensità di pioggia caduta in Valpolicella.

Ecco il coraggio di non “uscire” con un’annata di Amarone che non convince fino in fondo chi lo produce, chi crede che la qualità debba rappresentare l’elemento portante del fare vino.

Assaggiamo poi un Amarone della Valpolicella Classico Vigneto San Urbano 2015, appena presentato sul mercato e soprattutto prima annata di Vino Biologico di Speri.

La famiglia ha infatti intrapreso, a partire dal 2009, il lungo percorso necessario a condurre tutta la produzione verso il biologico e con l’annata 2015 si arriva alla prima presentazione di Amarone di Speri biologico.

Parliamo di come viene assemblato questo vino, a partire da un’attenta selezione manuale dei migliori grappoli, fatti appassire per 100 giorni, pigiati, lasciati fermentare e macerare per ben 38 giorni in serbatoi d’acciaio, a temperatura controllata. 

Così nasce l’Amarone di Speri, in un successivo crescendo di passaggi in botte, partendo da un invecchiamento di 24 mesi in botti grandi di rovere francese, poi seguiti da altri 18 mesi in botti medio grandi di Slavonia, per finire con affinamento in bottiglia di 18 mesi.

Che dire quindi di questo 2015 di colore rosso intenso, con un profumo etereo di confettura di frutta, caldo, corposo ed avvolgente?  …….siamo ancora quasi all’inizio del percorso!

Passiamo allora all’annata 2010, coccolati dalle parole di Gianpaolo, che ci racconta come, da giovane enologo, avesse sperimentato e cercato a tutti i costi di innovare, non sempre con successo.

Aveva tentato, ad esempio, di fare appassire molto rapidamente le uve, a dispetto di quanto gli avesse sempre raccomandato il nonno. 

Aveva infatti pensato di poter procedere utilizzando gli essiccatori di solito dedicati alla produzione del tabacco.  Risultato?  Uve da buttare e cresciuto rispetto per i consigli del nonno!

Il 2010 rappresenta un’annata decisamente buona in Valpolicella, con maturazione delle uve secondo tradizione e sorprendente risultato: un vino ricco, con un profumo etereo di frutta appassita, grande vino ottenuto da un importante invecchiamento.

Arriviamo così all’annata 2005, degustando un vino che Gianpaolo, scherzando ma non troppo, definisce “quello che noi cominciamo a chiamare Amarone”.

Apprezziamo anche questo vino, come sempre assaporandolo attraverso la storia di famiglia, in perfetta armonia con la natura delle terre di Valpolicella, nel ricordo delle annate conservate in cantina. Così il filo del racconto ci riporta molto indietro negli anni, a quel lontano 1985, annata a dir poco fantastica, della quale vengono conservate ancora pochissime bottiglie.

Finalmente degustiamo quello che Gianpaolo, nella sua storia di famiglia lunga sette generazioni, inizia a definire un vero Amarone e anche dal solo profumo ne comprendiamo il perché.  

Chi è abituato a bere vini invecchiati non può che essere colpito, immediatamente e positivamente, dal colore Rosso Granato intenso, senza traccia alcuna di quella ben nota colorazione che assume tipicamente un vino quando eccede in invecchiamento. 

I profumi, nonostante ci si trovi di fronte a una bottiglia aperta ormai da ben due ore, faticano a liberarsi, quasi fossero imprigionati in quei 15 anni di storia. 

Lasciamo a questo nettare del 2005 il giusto tempo per potersi aprire ed ecco che il vino, forte dei suoi gradi alcolici (15%), si presenta con tutta la sua maestosità, denso, avvolgente e ricco di profumi; tra tutti, in particolare, spicca quello di dolce marmellata di frutti rossi.

Lasciamo ancora un attimo nel bicchiere questo rosolio e affrontiamo l’ultima degustazione, incontrando il Recioto della Valpolicella Classico, che sa raccontare la sua storia con eleganza, morbidezza e dolcezza e che facilmente ci sa confondere con il suo gusto intenso, pieno ed elegante. Stupendo!

Ringraziando ancora una volta Gianpaolo Speri e ci salutiamo, augurando a lui e a tutta la sua famiglia, che sin dagli anni ‘50 ha voluto e saputo vinificare con estrema cura e attenzione un grande vino, un lungo e stupendo futuro.

Chi cura con amore e pazienza la propria terra ne raccoglie i migliori frutti!

Gian Carlo (un neo sommelier)